Capitolo 7 - Un Po' di Matematica : Le Equazioni del Moto In questo capitolo consideriamo la risposta di un fluido alle forze interne ed esterne. Questo porta alla derivazione di alcune equazioni di base che descrivono la dinamica dell'oceano. Nel prossimo capitolo, prenderemo in esame la viscosita' (l'attrito interno di un fluido), e nel capitolo 12 le conseguenze della vorticita'. La Meccenica dei Fluidi usata in oceanografia e' basata sulla Meccanica Newtoniana modificata dalla nostra (evolvente) comprensione della turbolenza. La conservazione della massa, del momento, del momento angolare, e dell'energia porta a particulari equationi, che hanno nomi che nascondono le loro origini (Tabella 7.1).
Tabella 7.1 Le Leggi di Conservazione
che portano alle Equazioni di Base del Movimento dei Fluidi
7.1 Le Forze Dominanti nella Dinamica dell'Oceano Soltanto poche forze sono importanti in Oceanografia Fisica: la gravita', la spinta idrostatica dovuta alle differenze di densita' dell'acqua marina, e lo sforzo del vento (Tabella 7.2). Ricordiamoci che le forze sono vettori. Hanno cioe' non solo una grandezza, ma anche una direzione.
Tabella 7.2 Le Forze nella Dinamica dei Fluidi
Geofisici (Geophysical Fluid Dynamics)
Note:
Le ultime due forze sono molto meno importanti delle prime tre.
7.2 I Sistemi di Coordinate I sistemi di coordinate ci permettono di facilitare il lavoro nella teoria e nella pratica. I vari sistemi, dipendenti dalle dimensioni delle caratteristiche, sono usati per descivere e per mappare. Io preferisco i sistemi piu' semplici; le descrizioni degli altri sistemi possono essere trovate nei libri di geografia e di geodesia.
7.3 I Tipi di Flusso nell'Oceano Molti termini sono stati usati per descrivere la circolazione degli Oceani. Di seguito sono riportati i termini piu' comunemente usati per descrivere le correnti e le onde.
In aggiunta ai flussi dovuto alle correnti, ci sono molti tipi di flussi oscillatori dovuti alle onde. Normalmente, quando pensiamo alle onde del mare, ci riferiamo alle onde che si rompono sulla spiaggia oppure le onde di superfice che influenzano le navi in mare. Ma molti altri tipi di onde esistono nell'Oceano.
7.4 La Conservazione della Massa e del Sale La conservazione della massa e del sale puo' essere usata per ottenere informazioni molto utili sui flussi nell'oceano. Per esempio, supponiamo che vogliamo sapere la perdita netta di acqua dolce, l'evaporazione meno la precipitazione, del Mare Mediterraneo. Potremmo calcolare con molta cura il flusso di calore latente sopra la superfice, ma probabilmente ci sono troppo pochi rapporti di navi per una applicazione sensata della bulk formula. Oppure potremmo misurare con precisione la massa di acqua che fluisce dentro e fuori del Mediterraneo attraverso lo Stretto di Gibilterra; ma la differenza e' piccola e non puo' essere misurata con sufficiente accuratezza (Bryden and Kinder, 1991). Possiamo, comunque, calcolare la evaporazione netta conoscendo la salinita' del flusso di entrata Si e di uscita So, insieme ad una rozza stima del volume di acqua Vo che esce, dove Voe' il volume del flusso in unita' di m3/s (Figura 7.1).
Il flusso di massa entrante, e' per definizione, ρo Vo. Se il volume del mare non cambia, la conservazione della massa richiede:
dove, ρi , ρo sono le densita' dell'acqua che entra ed esce. Di solito, possiamo assumere, con un piccolo errore, che ρi = ρo. se c'e' precipitazione P ed evaporazione E alla superfice del bacino ed il contributo dei fiumi R, la conservazione della massa diventa:
Risolvendo per (Vo - Vi ):
che stabilisce che il flusso netto dell'acqua nel bacino deve bilanciare le precipitazioni piu' il contributo dei fiumi meno l'evaporazione quando sufficientemente mediato su un tempo lungo. Poiche' il sale non e' depositato o rimosso dal mare, e poiche' la salinita' del Mediterraneo non e' cambiata, la conservazione del sale richiede:
dove ρi, Si sono la densita' e la salinita' dell'acqua entrante, e ρo, So sono la densita e la salinita' del flusso di uscita. Con un piccolo errore, possiamo di nuovo assumere che ρi = ρ0. Un Esempio di Conservazione della Massa e del Sale
Conoscendo Vi, possiamo anche calcolare il tempo minimo di residenza dal flusso entrante. Il tempo minimo di residenza Tm e' il volume del mare diviso per il volume dell'acqua entrante. Il Mediterraneo ha un volume di circa 4 × 106 km3. Convertendo 0.836 × 106 m3/s a km3/yr otteniamo 2.64 × 104 km3/yr. Allora, Tm = (4 × 106 km3)/(2.64 × 10 4 km3/yr) = 151 yr. Il tempo attuale dipende dal mescolamento all'interno del mare. Se le acque sono ben mescolate, il tempo di scarica e' vicino al tempo minimo, se non sono ben mescolate, il tempo di scarica e' piu' lungo. Il nostro esempio di flusso entrante ed uscente dal Mare Mediterraneo e' un esempio di box model. Un "box model" rimpiazza grossi sistemi, come il Mar Mediterraneo, con scatole. I fluidi o gli elementi chimici o gli organismi possono muoversi tra le scatole, e le equazioni conservative sono usate per confinare le interazioni dentro i sistemi. 7.5 La Derivata Totale (D/Dt) Se il numero delle box in un sistema cresce fino ad un numero molto grande, la dimensione di ogni box si riduce, fino ad avvicinarci ai limiti usati nel calcolo differenziale. Per esempio, se suddividiamo il flusso di acqua nei box a pochi metri per lato, e se usiamo la conservazione della massa e del momento, oppure altre propieta' dentro ogni box, possiamo derivare le equazioni differenziali che governano il flusso fluido. Consideriamo il semplice esempio della accelerazione del flusso in una piccola box del fluido. La equazione risultante e' chiamata derivata totale. Relazione l'accelerazione della particella Du/Dt alle derivate del campo di velocita' al punto fisso nel fluido. Useremo l'equazione per derivare le equazioni per il moto del fluido dalla Legge di Newton che richiede di calcolare le accelerazioni di una particella passante per un punto fisso del fluido.
Cominciamo dal considerare il flusso di una quantita' qin che entra ed una qout che esce dalla piccola box schematizzata in Figura 7.2. Se q puo' cambiare continuamente nel tempo e nello spazio, la relazione tra qin and qout e':
Il tasso di cambiamento della quantita' q dentro il volume e':
Ma δx/δt e' la velocita' u; quindi:
In tre dimensioni, la derivata totale diventa:
dove u e il vettore velocita' e ∇ e' l'operatore del della teoria del campo vettoriale (vedi Feynman, Leighton, e Sands 1964: 2-6). Questo e' un risultato sorprendente. La semplice trasformazione delle coordinate, dal seguire la particella a coordinate fisse nello spazio, converte una semplice derivata lineare in una derivata parziale non-lineare. Ora usiamo l'equazione per calcolare il cambio del momento di una porzione di fluido. 7.6 L'Equazione del Momento La Seconda Legge di Newton mette in relazione le variazioni del momento di una massa fluida con la forza applicata. Il cambio e':
dove F e' la forza, m la massa, e v e' la velocita'; e dove abbiamo enfatizzato il bisogno di usare la derivata totale perche' stiamo calcolando la forza applicata ad una particella.. Possiamo assumere che la massa sia costante, e la (7.8) puo' essere scritta:
dove fm e' la forza per unita' di massa. Quattro forze sono importanti: i gradienti di pressione, la forza di Coriolis, la gravita', e l'attrito. Senza derivare la forma di queste forze (le derivazioni sono date nel prossimo capitolo ?? the next section?? ), possiamo scrivere la (7.9) nella seguente forma.
L'accelerazione uguaglia il gradiente di pressione negativo meno la forza di Coriolis piu' la gravita' piu' le altre forze. Qui g e' l'accelerazione di gravita', Fre' l'attrito, e Ωe' la Velocita' Angolare della Terra, 2π radiante per giorno siderale o
Equazione del Momento in Coordinate Cartesiane:
dove Fi sono le componenti di ogni forza di attrito per unita' di massa, e φ e' la latitudine. In aggiunta, abbiamo assunto che w << v, cosi' la 2 Ω w cos φ e' stata soppressa dall'equazione in (7.12a). L'equazione (7.12) appare sotto vari nomi. Leonhard Euler (1707-1783) per primo scrisse la forma generale per un flusso fluido con le forze esterne, e talvolta la equatione e' chiamata equazione di Euler o l'equazione della accelerazione . Louis Marie Henri Navier (1785-1836) aggiunse il termine dell'attrito, e cosi' viene anche chiamata equazione di Navier-Stokes. Il termine 2 Ω u cos φ nella (7.12c) e' piccolo comparato con g, e puo' essere ignorato nella dinamica dell'oceano. Non puo' essere ignorato, comunque, per studi sulla gravita' fatti con gravimetri sulle navi.
Derivazione del termine della Pressione
But
e quindi
Dividendo per la massa del fluido δm nel box, l'accelerazione del fluido nella direzione x e':
Le forze di pressione e l'accelerazione dovuta alle forze di pressione nella direzione y e z sono derivate nello stesso modo. Il Termine di Coriolis nell'Equazione del Momento
Di solito, stabiliamo che la forza per unita' di massa, l'accelerazione di una porzione di fluido in un sistema rotante, puo' essere scritto:
dove R e' il vettore distanza dal centro della Terra, Ω e' il vettore della velocita' angolare della Terra, e v e' la velocita' di una porzione di fluido in coordinate fisse alla Terra. Il termine 2Ω × v e' la forza di Coriolis, ed il termine Ω × Ω × R) e' la accelerazione centrifuga. L'ultimo termine e' incluso nella gravita' (Figure 7.4). Il Termine della Gravita' nell'Equazione del Momento L'attrazione gravitazionale di due masse M1 and m e':
dove R e' la distanza tra le masse, e G e' la costante gravitationale. Il vettore forza Fg giace lungo la linea che connette le due masse. La forza per unita' di massa dovuta alla gravita' e':
dove MEe' la massa della Terra. Aggiungendo l'accelerazione centrifuga alla (7.15) abbiamo la gravita' g (Figura 7.4):
Notare che la gravita' non punta verso il centro di massa della Terra. L'accelerazione centrifuga causa al filo a piombo di formare un piccolo angolo con la linea diretta al centro di massa della Terra. Come risultato, la superfice della Terra includendo la superfice dell'Oceano non e' sferica, ma e' un ellissoide allungato. Un pianeta fluido rotante ha un ingrossamento equatoriale. 7.7 La Conservazione della Massa: l'Equazione di Continuita' Ora deriviamo l'equazione della conservazione della massa in un fluido. Cominciamo con scrivere il flusso di massa che entra e che esce da una piccola scatola (Figura 7.5).
Il flusso di massa nel volume deve essere ( flusso di massa uscito) - (flusso di massa entrato)
Il terzo termine dentro le parentesi diventa molto piu' piccolo dei primi due quando d x si avvicina a 0; e
In tre dimensioni:
Il flusso di massa deve essere bilanciato daun cambio di massa dentro il volume, che e':
e la conservazione della massa richiede:
Questa e' l' equazione di continuity per un flusso compressibile, derivata per primo da Leonhard Euler (1707-1783). L'equazione puo' essere messa in una forma alternativa espandendo le derivate dei prodotti e riarrangiando i termini per ottenere:
I primi quattro termini costituiscono la derivata totale della densita' Dρ/Dt da (7.7), e possiamo scrivere la (7.17) come:
Questa e' la forma alternata dell'equazione di continuita' per un fluido compressibile. L'Approssimazione di Boussinesq L'assunzione di Boussinesq richiede che:
Le approssimazion(i ??) sono vere per i flussi oceanici, e assicurano che i flussi dell'Oceano sono non-compressibili. Per una descrizione piu' completa dell'approssimazione, vedi Kundu (1990: 79 e 112), Gill (1982: 85), Batchelor (1967: 167), o altri testi sulla dinamica dei fluidi. Compressibilita'
dove V e' il volume, e p e' la pressione. Per flussi incompressibili, β = 0, e:
poiche' dp/dt Non e' uguale a 0. Ricordiamo che la densita' e' la massa m per unita' di volume V, e che la massa e' constante:
Se il flusso e' non-compressibile, la (7.18) diventa:
Questa e' la Equazione di Continuita' per Flussi Incompressibili. 7.8 Le Soluzioni alle Equazioni del Moto Le equazioni (7.12) e (7.19) sono quattro equazioni, le componenti dell' equazione del momento piu' l'equazione di continuita', con quattro incognite: u, v, w, p. In linea di principio, con le appropiate condizioni al contorno, dovremmo essere in grado di risolvere le equazioni Da Notare, comunque, che queste sono equazioni non-lineari a derivata parziale. La conservazione del momento, quando e' applicata ad un fluido, converte una semplice equazione differenziale ordinaria di primo ordine per la velocita' (Seconda Legge di Newton) , che e' di solito facile da risolvere, in una equazione alle derivate parziali non-lineare, che e' impossibile da risolvere. Condizioni al Contorno (Boundary Conditions):
Soluzioni Le soluzioni analitiche possono essere ottenute per forme delle equazioni del moto, molto semplificate. Tali soluzioni sono usate per studiare i processi dell'oceano, che includono le onde. Le soluzioni per i flussi oceanici con coste realistiche e le caratteristiche del fondo, devono essere ottenute da soluzioni numeriche. Nei prossimi capitoli vedremo le soluzioni per le forme semplificate delle equazioni. Nel Capitolo 15 considereremo le soluzioni numeriche. 7.9 Concetti Importanti
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Department of Oceanography, Texas A&M University
Robert H. Stewart, stewart@ocean.tamu.edu All contents copyright © 2005 Robert H. Stewart, All rights reserved Updated on Novembre 4, 2008 |